premessa
Questo è un diario del mio viaggio di 3 settimane in USA.
Prima di New York
Io sono una persona meticolosa, tendo a programmare in anticipo le cose che possono portare a ritardi con risultati disastrosi come per un volo. Avendo il volo alle 10 di mattina avevo programmato di arrivare in aeroporto 2 ore e mezza prima e quindi prenoto il cab per arrivare li in orario con un margine massimo di 30 minuti. Tutto bene finche il tassista decide di prendere una strada altamente trafficata. Dopo avergli chiesto di cambiare strada facendogli pure vedere sul mio iPhone che ci sono strade alternative meno trafficate lui decide di ignorarmi e che quella era l’unica strada possibile. Il risultato che arrivo all’aereo porto alle 8:50, entro nel terminal, faccio il biglietto al chiosco automatico e mi metto in fila per la valigia. Due minuti dopo il tizio della United che mi controlla il biglietto mi dice che i voli per New York non partono da quel terminal (come detto sul sito della United), ma dal terminal 4; da quel terminal si va solo sulla west coast.
Vado a prendere il treno per il terminal 4 (che passa ogni 15 minuti, vorrei far capire che in un aeroporto questo è ridicolo) e mi ritrovo ad arrivare alle 9:15 al terminal, e la fila per i bagagli qui e lunghissima. Comunque il tizio dei biglietti mi dice che e troppo tardi e che dovevo presentarmi prima (e quasi prendevo il mio laptop e glie lo fracassavo in testa) e quindi devo prendere un altro volo. Mi danno un biglietto standby, che vuol dire che devo attendere per il primo volo con posti liberi. Arrivo al gate del volo delle 12 e li ci si incontra con quelli nella mia situazione, in totale una decina. Il volo delle 12 è completo e quindi ci appende allegramente e quindi dobbiamo aspettare quello delle 4. Anche se il tizio alle banco di imbarco ci aveva detto che era tutto pieno per i prossimi 5 giorni (cazzata assurda perché dall’iphone potevo prenotare su quei voli) finalmente dopo 7 ore ci imbarcano tutti sul volo delle 4 che pure essendo grande la metà di quello delle 10 aveva decine di posti liberi (alla faccia del tutto prenotato). Finalmente dopo 7 ore di volo si arriva a New York. Totale 18 ore.
New York
All’arrivo vado al controllo passaporto. Il tizio li vede che sono italiano e inizia a parlare quello che lui pensava fosse italiano. A un certo punto fa una domanda e io lo guardo con il sopracciglio alzato alla Spock e gli chiedo in inglese cosa cavolo avesse detto (più polite, volevo evitare di essere espulso) e lui tutto arrabbiato e molto scortese mi rifà la domanda in inglese: quando tempo resta negli Stati Uniti? Io gli rispondo in inglese 3 settimane e quindi lui continua nel suo italiano del cazzo: ha, due settimane. (???)
Ora si capisce da questo che di italiano non ci capiva un cazzo oppure era un italo-americano di migliaia di generazioni e quindi la lingua originale si era persa, ma se non parli italiano che cazzo te la prendi con me. Che è colpa mia?
Finito questo sono le 7:30pm e quindi invece del piano originale (che prevedeva che arrivassi alle 2 del pomeriggio) decido di prendere un taxi per arrivare in hotel. Ci si mette d’accordo sul prezzo da strozzino tipico degli tassisti da aeroporto e salgo. Lui parte e mi chiede l’indirizzo e io gli porgo il foglio con l’indirizzo e lui con una mano tiene il navigatore, con un altra il foglio e con le ginocchia tiene il volante. Quando io mi vedevo già morto e sepolto schiantato in qualche uscita di Newark suona il cellulare e lui risponde tenedolo tra la spalla e l’orecchio.
Finalmente mette l’indirizzo e torna a guidare con le mani e io mi rilasso. Almeno fino all’arrivo del traffico e, a differenza del tassista britannico, inizia a cercare una via alternativa passando per luoghi desolati dove io già mi vedevo derubato e con un proiettile in testa. Alla fine dopo 20 minuti ci ritroviamo al punto di prima con lo stesso traffico e lui che si scusa perché si era messo da solo in questo casino ( usando un linguaggio leggermente più colorito ). Cercando di sorpassare a tradimento decine di macchie un poliziotto ci ferma e lo cazzea, mandandolo su una strada diversa dove lui fa un inversione a U appena il poliziotto si gira dall’altra parte e finalmente arriviamo all’Holland Tunnel: considerata meraviglia ingegneristica è un tunnel con un entrata a pagamento con 10 caselli e una strada a 2 corsie, creando file assurde.
Superato il tunnel arriviamo a Manhattan e lui inizia a ignorare il navigatore e dopo 20 minuti ( senza traffico, la città è enorme ) arrivano in hotel alle 9 e sono stanco morto.
Il mattino dopo inizio il mio giro andando da Starbucks per un caffè e wifi ( perché naturalmente è a pagamento in hotel ) e chiamo in italia. Prima tappa Grand Central Station dove grazie al wifi di Apple mi ricordo che mi serve una scheda americana con internet plan. L’unica scelta, mi ero già informato prima, è T-Mobile che da un sim mensile senza contratto annuale. 50$ con internet senza limiti ma in edge ( perché iphone non è realmente un telefono t-mobile ), sms ( pure all’estero ) e telefonate in USA. Fatto questo mi decido di esplorare solo oggi, girare un po’ e fare qualche foto. Prima tappa Empire State Building, dove il biglietto per la terrazza al 86° piano costa 25$ con un trip in una mini galleria che spiega un po di cose riguardo al palazzo (lo sapevate la punta era un attracco per dirigibili ? io no!) e arrivati alla terrazza si gode una vista a 360° gradi dell’intera isola. Ci sono anche specchi per farsi delle foto da soli con la città come sfondo. Come al solito la presenza di italiani e assurdamente alta ma comunque alle 11 mattina di un venerdì sono riuscito a fare foto da tutte le direzioni senza problemi. Divertente ( o triste ) era un ragazzo che chiedeva all’amico dove fossero le torri gemelle che voleva vedere ground zero (non realizzando che non fossero più li). Con 17 ulteriori dollari potete andare al 102° piano per un ulteriore visuale della città dall’interno di una minuscola stanza sigillata e da cui dovete fare le foto attraverso finestre sporche e graffiate. Con un totale di 42$ magari vado a disneyland, con il prezzo stiamo lì e magari occupi tutta la tua giornata. Comunque andando verso sud passando per Chelsea Pier, High lane ( vecchia metro sopraelevata diventata un parco con piccoli chioschi di cibo e prodotti vari ) arrivando fino a 9-11 memorial che è chiuso ed è visibile solo previa registrazione gratis di giorno e ora sul sito 911memorial.org. Torno su passando per est seguendo l’East River dove sotto al Brooklyn Bridge c’è una spiaggia di 5 metri quadrati dove c’era una gara di surfing e con fiume era piatto come una tavola era più una gara per fighi finti sufisti in costume. Risalendo verso nord passo per Chinatown e Little Italy e arrivo su fino al cubo Apple sulla fifth avenue.
I giorni seguenti esploro Central Park ( che è un bosco e non un semplice parco ) e arrivato a circa meta di esso, complice i 25km fatti a piedi il giorno prima, mi viene voglia di suicidarmi. Nel parco ci sono rocce scalabili, gazebi, calessi a più non posso, statue ( bellissime quelle di Balto e di Alice in Wonderland ), giostre e zone concerti. Comunque alla fine arrivo alla bellissima e famosa Bethesda Terrace dove c’è la famosa fontana dell’angelo e da lì vado diretto al Guggenheim Museum, la sua struttura a spirale lo rende molto famoso ed e la casa di arte moderna come un opera di Lucio Fontana che insegna che non si deve mai impugnare un taglierino vicino ad un quadro se si ha il raffreddore.
Il memoriale del 9-11 è quasi una tappa obbligata ma voglio aprire una piccola parentesi sul sistema di accesso. Teoricamente, come ho detto prima, servirebbe prenotare ora e data. In realtà se vi presentate fuori all’ingresso vi fanno entrare con o senza biglietto ( ve ne danno uno loro ) e potete entrare pure se la data e l’ora sul vostro biglietto è diversa. Magari era che non erano in molti ed era una cosa temporanea ma a me pareva una perdita di tempo, a saperlo ci andavo il primo giorno quando ci passai vicino. Comunque dopo aver eseguito il solito check-in tipo aeroporto ( che troverete ovunque, pure al più pulcioso museo ) arrivate nello spiazzale con i monumenti, due enormi fontane che scendono verso il basso dove sorgevano le torri, circondate da alberi tutti uguali tranne uno, che è un albero originale ( un pero ) che c’era li in quella piazza prima degli attentati e trovato sotto le macerie, danneggiato ma ancora vivo. Le piscine contengono sui lati i nomi di tutti i 2983 morti durante l’attacco del 11 settembre compresi i nomi dei 6 morti del attacco del 1993. Infine c’è un museo, ancora non aperto, che in futuro fungerà da ingresso essendo la zona ancora in costruzione. La cosa che mi ha dato seriamente fastidio e vedere le famiglie farsi le foto tutti insieme sorridendo con alle spalle i monumenti alle vittime.
Un po più a sud c’è Battery Park dove si può prendere il traghetto per la Statua della Libertà e Ellis Island. 17$ è il prezzo più onesto che ho visto a NYC, sopratutto perché contando tra traversata sul traghetto ( 3 volte ) audio guide gratuite e tutti i percorsi audio alternativi potete anche passare 3 ore per completare la visita. La prima tappa è su Liberty Island dove il traghetto fa un ottimo percorso per foto suggestive ( la statua con sfondo downtown Manatthan ) . Sull’isola potete sentire e vedere la storia della statua, comunque interessante, ma possibilmente evitate la audio guida italiana, che faceva pena. Migliore quella si Ellis island che vi condurrà attraverso un percorso che segue le tappe reali di ciò che accadeva all’epoca con l’immigrazione. Alla fine si ritorna a Battery Park dove magari potete assistere a qualche spettacolino per i turisti. Sempre li c’è il Museum of American Indian che è gratuito.
La sera la città è molto diversa con tutti i suoi grattacieli illuminati, i cartelloni pubblicitari di Time Square che ti distruggono le retine e la quantità di taxi che decuplica, e già normalmente sono moltissimi. Non devo dirvi che è una città pericola, lo sanno tutti dopo anni e anni di polizieschi arrivati dal nuovo mondo. Alla fine se non uscite dalle strade principali e affollate non ci sono problemi e anche alle 4 di notte troverete strade affollate. La sera un drink al Rockefeller Plaza è bello e suggestivo, e ad un prezzo che non è affatto caro, anzi.
Da New York è tutto, prossima tappa Boston.